Il gioco del silenzio. Un gioco bello, affascinate e, per qualche verso, simpatico ma molto pericoloso, se lo si usa all’interno della coppia.
Sono tantissime, invece, le persone che, non dando voce ai propri sentimenti, alle proprie emozioni e ai propri pensieri, quando stanno affrontando un conflitto con il proprio partner, si chiudono in se stesse. Alzano dei muri, interrompendo la discussione. Qualsiasi cosa dica o faccia l’altro, hanno uno sguardo impenetrabile, e danno vita a un silenzio assordante.
Ecco perché la strategia del silenzio viene spesso utilizzata
Smettere di parlare, non far uscire neanche una sillaba dalla bocca, è una strategia che molte persone utilizzano, per sottolineare disapprovazione verso qualcosa, per rimproverare il comportamento della persona con cui sono in conflitto o per esprimere la propria rabbia.
Ci sono persone, poi, che pensano che distanziarsi visivamente e emotivamente, anche attraverso il silenzio, possa essere un modo per darsi del tempo per riflettere, per pensare o per “sbollire”, per poi riprendere la discussione in un secondo momento.
Il problema principale è che spesso, la persona che sta dall’altra parte, non comprende, perché non lo sa, la ragione che sta alla base del nostro silenzio.
Ecco perché, se abbiamo necessità di tempo per riflettere, pensare o per toglierci di dosso un po’ di rabbia accumulata, dobbiamo farlo nel modo giusto. E sicuramente, il modo giusto non è quello di interrompere una discussione, chiudendoti in te stesso, facendo ostruzionismo, senza comunicare il motivo del silenzio al tuo lui o alla tua lei.
Il modo corretto di prendersi del tempo, c’è e si può utilizzare in maniera semplice, veloce e efficace. È sufficiente informare l’altra persona del fatto che abbiamo bisogno di una pausa, comunicando che si ritornerà, entro in certo lasso di tempo preciso e definito, a parlare della questione.
Potrai, ad esempio, dire “Ne parliamo stasera dopo cena!” oppure “Confrontiamoci sulla questione domani mattina!” e cosi via. In questo modo, se il tuo obiettivo è quello di evitare i cosiddetti “ganci emotivi”, lo stai centrando, evitando però di fare l’inutile gioco del silenzio.
Altre volte, l’ostruzionismo, viene utilizzato anche come una sorta di punizione, per far si che l’altro ceda e ritorni indietro con la coda tra le gambe, magari, porgendoci anche le sue scuse. L’idea di fondo è, dunque, quella di imprimere una punizione, per far si che l’altro rifletta su ciò che è stato detto o fatto e che riconsideri il suo atteggiamento.
Su cosa devi riflettere e cosa devi chiederti per capire se stai utilizzando la giusta strategia
Ma siamo sicuri che sia la scelta migliore per affrontare un litigio con il proprio partner?
Il punto è che, nella maggior parte dei casi, il silenzio, attraverso il quale si evita di affrontare direttamente una discussione, può creare solo maggiore tensione all’interno della coppia.
Si tratta, infatti, di un atteggiamento alquanto nocivo per il rapporto, perché il silenzio non è altro che un vuoto. Un vuoto che può essere interpretato in tanti e diversi modi.
Quando cadi nella trappola del silenzio, prova a chiederti:
- Sono davvero sicuro che il mio lui o la mia lei capisca il vero significato del mio silenzio?
- Sono sicuro che il silenzio sia il modo migliore per risolvere il problema che si è venuto a creare?
A questa ultima domanda, posso già offrirti una risposta. Chiudersi in se stessi, evitare il contatto visivo, usare il silenzio, non sono mai delle buone soluzioni. Perché quando stai affrontando un conflitto, devi ricordare che puoi scegliere se usare il tuo tempo per costruire ponti o per costruire muri. La differenza è semplice. I muri separano e i ponti uniscono.
Il silenzio non fa altro che innalzare il muro tra te e la persona con la quale sei in conflitto.
Alzare dei muri significa, quindi, aumentare la distanza emotiva tra te e l’altra persona. E la distanza non è mai un buon alleato per restaurare legami danneggiati o rotti.
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