Se hai un figlio che sta attraversando, il tanto temuto, periodo adolescenziale, sai quanto sia importante saper gestire i conflitti che naturalmente si creano tra di voi.
In questa guida scoprirai le migliori strategie e tecniche da utilizzare per poter gestire correttamente e serenamente i litigi con tuo figlio.
“Come puoi tu, dare dei consigli ai genitori su come affrontare i conflitti con i figli, se non sei mamma?!! Solo chi è genitore può essere in grado di suggerire degli strumenti che possono essere utili a gestire i conflitti con i figli..non credi?!”
Questa è la domanda che mi pose Roberta, mia amica nonché mamma, mentre scrivevo questa guida.
È, sicuramente, una domanda molto importante.
Ho riflettuto, e cosi ho deciso, di inserirla nell’introduzione della guida.
Quindi, a lavoro quasi finito, ho pensato che inserire questa domanda e la relativa risposta, fosse molto importante.
Il ragionamento che ho fatto è stato questo.
Se una domanda del genere l’ha posta la mia amica, che tanto crede nella mia professionalità e conosce come lavoro, perché non dovrebbe porsela una persona che non mi conosce?
Sicuramente, prima di aprire questa guida, sei andato a guardare la mia storia e ti sarà saltato all’occhio, che di figli neanche l’ombra!!!
E, dunque, lecitamente, ti sarai posto la stessa domanda della mia amica Roberta.
Quindi, ritenendo che il tuo dubbio sia legittimo, ho pensato di anticiparti, inserendo subito la domanda e, ovviamente, la relativa risposta.
Ecco cosa risposi alla mia amica Roberta e cosa oggi rispondo anche a te.
È vero, non sono genitore, ma sono stata figlia.
Sono stata bambina, sono stata adolescente e, inoltre, sono figlia di genitori separati, nonché, successivamente, divorziati.
Inoltre, non è passato moltissimo tempo dal periodo in cui sono stata preadolescente e adolescente, dunque, conosco molto bene i meccanismi che vi son dietro determinati comportamenti dei ragazzi.
Essendo passato poco tempo, possiamo dire che il salto di generazione, tra il mio essere figlia e i tuoi figli, non è elevatissimo.
Anche io, come i tuoi figli, faccio parte della generazione del tutto.
La chiamo cosi. È la generazione in cui siamo cresciuti non con tutto, ma con più del tutto. Più vestiti, più cibo, più giochi. Più tutto.
Inoltre, come i tuoi figli, sono cresciuta nell’era di internet, dei telefonini e dell’utilizzo dei social network.
Cosa da non sottovalutare, visto che sono i nuovi modi attraverso i quali si strutturano i rapporti interpersonali.
E ancora, anche io sono cresciuta negli anni del non c’è mai tempo. Del “dai, muoviti, ora ti accompagno a scuola, in fretta, perché poi devo andare a lavorare!!”
Dunque, per tutte queste ragioni, ritengo di essere in grado di fornirti un percorso che ti consentirà di capire come i figli vedono i conflitti, al fine di renderne possibile la gestione.
Ritornando alla mia amica Roberta, ho capito che lei ritiene, come sicuramente stai pensando anche tu, che siano solo i genitori in grado e capaci di dare dei suggerimenti su come affrontare delle situazioni difficili con i figli.
Ma, molto spesso, i consigli di chi è già genitore, risultano poco efficaci. Il motivo è semplice.
La prospettiva attraverso la quale guardi il problema, continua ad essere la quella del genitore. Sei sicuro che sia la prospettiva giusta?
Io penso che non lo sia!! Per capire come affrontare i conflitti con i figli, siano essi ancora bambini o già adolescenti, è necessario capire come loro vivono queste situazioni difficili.
E chi meglio di qualcuno che è stato figlio, in una generazione vicina a quella dei tuoi figli, può farti capire come uscire da queste situazioni difficili?
Da genitore spesso si perde la prospettiva che ha un figlio, perché si è concentrati sul gravoso compito di educare i figli.
Ma ti lascio il beneficio del dubbio!!!
Vorrei che fossero i fatti a parlare.
Io, attraverso questa guida, ti fornirò alcuni strumenti, tu dovrai metterli in pratica, e testare le tecniche. Vorrei che fossi tu a dirmi se funzionano.
Sarò sincera con te.
Il lavoro più difficile spetta a te. Dovrai, una volta assimilate queste strategie, metterle in pratica, e sperimentarle giorno dopo giorno.
Io ho, ovviamente, cercato di renderti facile questo compito, prevedendo una guida pratica, corredata da esempi precisi, attraverso una serie di strategie utili per rendere possibile la gestione dei conflitti in età adolescenziale.
Prima di iniziare, voglio premettere che in questa guida ci si occupa unicamente dei conflitti con gli adolescenti.
La distinzione è necessaria, perché, come sicuramente sai, i problemi degli adolescenti sono ben diversi rispetto a quelli che si affrontano durante l’infanzia.
Dunque, anche i conflitti che sorgono con i bambini sono molto diversi da quelli che possono nascere con gli adolescenti.
Quindi, necessariamente, le strategie da mettere in atto sono diverse.
E allora, buona lettura, buona riflessione, ma soprattutto, buona messa in pratica delle strategie!!!!
I conflitti con gli adolescenti
Se nella fase infantile è necessario prevedere delle regole chiare e delle consuetudini consolidate, nella fase adolescenziale è necessario essere dei genitori in grado di saper negoziare le regole fissate.
Perché bisogna cambiare strategia in questo modo?
La risposta è semplice.
Il bambino durante l’infanzia non ha le competenze per scegliere cosa fare, quando fare e come fare qualcosa. Si adatta semplicemente alle regole e alle consuetudini fornite dai genitori.
È, quindi, sufficiente che le regole previste siano dotate di determinate caratteristiche come la chiarezza, l’impersonalità e che siano inoltre adatte all’età del bambino e poste con coerenza e condivisione tra i genitori.
La volontà del bambino è solitamente quella di accettare i comportamenti richiesti dai genitori, facendo si che possa ricevere conferme dagli stessi.
In età adolescenziale, invece, il problema è un altro.
I bambini diventano ragazzi che sentono l’esigenza di allontanarsi dall’ambiente famigliare, per essere autonomi e crescere.
E già qua nascono i primi “problemi”.
I genitori, soprattutto i genitori italiani, prendono malissimo questo momento.
Pare che il ragazzo non possa crearsi una propria indipendenza, non possa, pian piano, raggiungere l’autonomia, affrontando le esperienze della vita.
Il rendere il ragazzo una persona autonoma, non significa non avere delle regole. Le regole, seppur mutate rispetto a quelle previste in epoca infantile, continuano ad esserci.
Inoltre, le regole devono continuare ad avere le stesse caratteristiche che hanno quelle tipiche dell’età infantile, come ad esempio la chiarezza.
Ciò che i genitori devono essere in grado di fare, durante l’età preadolescenziale e adolescenziale, è acquisire le giuste competenze per diventare dei bravi negoziatori di regole.
L’obiettivo è quello di creare un clima collaborativo, dove si decide assieme l’orario di ritorno a casa, l’utilizzo del telefonino, videogiochi o tablet e la gestione delle prime paghette settimanali.
Ovviamente, negoziare non significa non continuare a presidiare le regole che si sono appena negoziate.
Dunque, la negoziazione, è lo strumento che ti permetterà di arrivare ad un punto di equilibrio tra le necessità di autonomia e indipendenza di tuo figlio e la tua responsabilità di genitore.
Ecco perché litigare fa bene e perché non devi avere paura dello scontro con tuo figlio
A causa dell’educazione che riceviamo fin da piccoli, siamo portati a pensare che il conflitto sia qualcosa di negativo.
È questo il motivo per cui, molti di noi, hanno spesso paura di affrontare gli scontri con le persone con cui interagisce.
Non puoi aver dimenticato che quando eri piccolo, tua mamma e le maestre ti dicevano ripetutamente “NON SI LITIGA!!!”
Sicuramente, a tua volta, l’hai detto talmente tante volte a tuo figlio, che non riesci neanche a ricordarle!!!
É da qua che ci portiamo dietro l’idea secondo la quale, avere un buon rapporto significa, necessariamente, non avere contrasti e incomprensioni.
Anche in età adulta, continuiamo a ritenere che il conflitto sia qualcosa di negativo.
Praticamente ogni giorno, siamo bombardati dai media che, continuano, a non distinguere il conflitto dalla violenza.
Da qua la nostra convinzione che la violenza non sia altro che un conflitto molto aspro e che il conflitto sia una violenza meno intensa. In realtà le due cose sono ben diverse.
In conflitto ha a che fare, diversamente dalla violenza, con la relazione tra due o più persone.
Dunque, è qualcosa che normalmente si può presentare all’interno di una famiglia e, più precisamente, nel rapporto genitori/figli.
Nell’ambiente familiare, si deve essere, necessariamente, in grado di gestire i litigi.
Saper litigare e saperlo fare bene è una cosa che dobbiamo, assolutamente, imparare a fare!
Fare l’inverso, ovvero, non affrontarli, perché si ha paura di farlo, è una cosa molto grave.
Allo stesso modo è molto grave non saper affrontare i conflitti in modo adeguato.
Dunque, a prescindere dal fatto che la tua famiglia sia di tipo tradizionalista o innovativo, il saper litigare, ne determina il buon andamento.
Si, perché evitare il problema o affrontarlo in modo scorretto, ad esempio cercando un colpevole, o facendo muro contro muro, non porta da nessuna parte, anzi, incrementa la rabbia e la frustrazione di tutte coloro che ne sono coinvolti.
Invece, saper affrontare un conflitto significa essere capaci di uscire da uno schema prestabilito, per trasformare le differenze di bisogni e interessi, che normalmente si creano nelle relazioni, in opportunità di rinnovamento del rapporto tra genitori e figli.
Dunque, dobbiamo scrollarci di dosso l’idea secondo la quale i conflitti siano necessariamente degli eventi negativi.
In una famiglia, il conflitto è essenziale. Al contrario ci sarebbe da preoccuparsi quando i contrasti non ci sono!
Inoltre, avere uno scontro con i ragazzi che si trovano in età adolescenziale, è una occasione importante da non sprecare.
Il sapersi confrontare, quando ci sono delle divergenze, porta sempre a qualcosa di positivo.
Ti accorgerai ben presto che, gestire le situazioni di “contrasto” con tuo figlio, ti consentirà di comprendere quali sono i suoi interessi, come riesce ad affrontare le difficoltà, e, infine, quali sono le sue esigenze.
Vorrei che tu capissi una cosa: avere degli interessi divergenti non è una cosa negativa.
Imparerai, attraverso il mio aiuto, ad utilizzare delle strategie efficaci che ti consentiranno di gestire gli inevitabili conflitti con tuo figlio.
La sfida che dovrai affrontare è quella di imparare ad utilizzare degli strumenti che ti consentiranno di arrivare a una soluzione che tenga conto, delle tue esigenze e di quelle di tuo figlio, con la possibilità di convergere verso un interesse comune, evitando rabbia, stress e frustrazione.
Le strategie per gestire i conflitti in età adolescenziale
Ho pensato di fornirti immediatamente delle strategie di base che potrai mettere in pratica fin da subito e che ti permetteranno di capire quanto siano efficaci questi strumenti.
Allora, ecco di seguito una serie di strategie che ti permetteranno di gestire i conflitti con tuo figlio.
Evita di ricercare immediatamente una soluzione
Una delle regole fondamentali per imparare ad affrontare queste situazioni, comporta l’abbandono della ricerca di una soluzione immediata al problema.
Devi evitare di ricercare, immediatamente e a tutti i costi, le possibili soluzioni al problema.
Non devi buttarti a capofitto nella ricerca di una soluzione perché non puoi pretendere di risolvere qualcosa che non è chiaro.
Infatti, i conflitti per loro natura non possono essere chiari, anche quando lo sembrano!
Dunque, ciò che ti suggerisco è: non cercare immediatamente la soluzione, perché nelle situazioni difficili c’è sempre qualcosa di nascosto.
Per risolvere un problema devi scavare, scavare e scavare più in fondo che puoi..
Il conflitto con tuo figlio nasce perché lui ha delle nuove esigenze, diverse da quelle del passato.
Significa che i bisogni, gli interessi e i desideri, tra figlio e genitore non coincidono più come prima.
Ciò che dovrai fare è riuscire a trasformare questi nuovi bisogni, interessi e desideri in un interesse comune.
Questo processo non è immediato, richiede tempo e pazienza.
Dunque, la ricerca spasmodica di una soluzione “a tutti i costi” rende difficile capire dove sta la divergenza e perché esiste questa divergenza.
La fretta, lascia spesso strascichi di insoddisfazione e rancore, nonché di profonda incomprensione.
Devi tener presente che una o più soluzioni esistono, senza però avere fretta di trovarla ad ogni costo.
Invece che cercare la soluzione è meglio darsi del tempo per provare a capire cosa si nasconde sotto quel problema.
Evita di contrattaccare, distaccandoti dalle tue reazioni emotive
I genitori sono dei maestri in questo.
Appena c’è una difficoltà, la trasformano in catastrofe. Esagerano, enfatizzano, si fanno prendere dall’agitazione e dalla rabbia.
Iniziando immediatamente a contrattaccare, senza fermarsi un attimo a ragionare.
Si tratta di una reazione talmente comune che neanche ci rendiamo conto che lo stiamo facendo.
È un meccanismo quasi naturale che ha seri effetti negativi.
Reagendo emotivamente non fai altro che mettere in evidenza la tua fragilità di genitore e la tua difficoltà nel gestire situazioni difficili.
Dunque, ciò che devi assolutamente fare è interrompere tale meccanismo.
Sono consapevole del fatto che in ambito familiare, tutto ciò è molto più difficile.
La maggiore difficoltà deriva, sicuramente, dal fatto che vi è una profonda conoscenza tra le parti in lite e un elevato grado di confidenzialità, fiducia e un grande senso di protezione.
Ma ti do una buona notizia.
La tecnica per evitare di contrattaccare, prendendo le distanze dalle emozioni, esiste e la puoi mettere in pratica, se solo seguirai i miei consigli.
La cosa migliore da fare è non reagire, evitando di perdere la lucidità, al fine di non farti “agganciare” emotivamente. Dunque, fai un passo indietro e guarda la situazione in modo oggettivo.
Devi imparare a mantenere la giusta distanza.
La metafora utilizzata da uno dei più grandi esperti di negoziazione è “andare al balcone”.
Ciò che devi fare è immaginare di essere su un palcoscenico e devi arrampicarti su un balcone che sovrasta la scena.
Questa tecnica ti aiuterà a evitare di reagire impulsivamente e a valutare il conflitto in modo oggettivo, come se fossi una terzo imparziale e neutrale.
Dunque, ricordarti, ogni volta che stai per reagire, vai al balcone.
Prendi tempo
Una volta che sei riuscito evitare di reagire, devi prenderti del tempo per riflettere, dunque, fermati, e non dire niente.
I problemi non si risolvono con la fretta, ma è necessario mettere in pratica tutta una serie di tecniche che richiedono del tempo.
Devi prenderti tutto il tempo necessario, per riflettere e analizzare oggettivamente il problema.
Sento spesso persone che, in relazione ai conflitti con i figli, dicono cose del tipo: “Conviene affrontare subito la questione!”, oppure, ancor peggio, “Se non lo raddrizziamo ora, che siamo ancora in tempo, chissà cosa potrà accadere!”.
Il fatto che reagire con velocità sia la cosa migliore da fare è un falso mito.
Per affrontare, in modo corretto, un conflitto, non si deve mai aver fretta. E questo per i motivi che ho già ampiamente spiegato.
Ma il prendere tempo, non deve farti passare per un genitore che lascia correre e non si occupa dei problemi.
Proprio per evitare ciò, ho pensato di fornirti degli escamotage che potrai utilizzare al fine di prendere tempo, senza farti scappare la situazione dalle mani.
Una prima cosa che potresti fare è quella di comunicare a tuo figlio che si potrà parlare della questione dopo un certo lasso di tempo (certo e definito).
Sono esempi pratici i seguenti:
“Ne parliamo stasera, dopo cena”;
“Confrontiamoci sulla questione domani mattina!”e cosi via.
Questa tecnica ti consentirà di prendere del tempo, al fine di evitare eventuali “agganci” emotivi e per consentirti di ragionare su come gestire la questione.
Altra cosa che potresti fare è utilizzare la tecnica della “chiamata in causa” dell’altro genitore, in quel momento assente.
Si potrebbe dire al ragazzo qualcosa come “Vorrei sentire che ne pensa tuo papà, e dopo affrontiamo la questione”.
Questa strategia ti consente di raggiungere contemporaneamente due obiettivi.
Infatti, in questo modo potrai, prendere il tempo necessario, e al contempo ti consentirà di mettere in atto una coesione educativa tra genitori, riuscendo ad individuare una soluzione condivisa.
Separa il problema dalla persona
Devi sforzarti nell’evitare di confondere la persona con il problema.
Questo significa che non devi perdere di vista il tuo obiettivo.
Ovvero risolvere la questione, facendo capire a tuo figlio che vuoi fare il meglio per lui.
Evita di focalizzarti sulla persona, non puntare il dito e non giudicare.
Questo è il mio consiglio.
Screditando oppure “condannando” tuo figlio non andrai da nessuna parte, anzi andrai ad aggravare il problema.
Dovrai, invece, riconoscere le difficoltà nelle quali si trova, entrando in empatia con lui.
Il contatto tra genitore e figlio è essenziale, per poter arrivare ad una soluzione comune del problema.
Concentrati, dunque, sul problema, ponendoti le seguenti domande:
Cosa non va?
Quali sono i comportanti che ritengo siano sgradevoli?
E perché ritengo che lo siano?
Qual è il suo interesse? E perché si comporta cosi?
Evita di giudicare, attribuendo considerazioni caratteriali che riducono l’autostima di tuo figlio
Spesso, in situazioni difficili, i genitori si sfogano con i propri figli.
Ma nello sfogarsi, capita che si esprimano giudizi. Questi giudizi, tuttavia, portano con se considerazioni relative alle loro connotazioni caratteriali.
Possono rendere l’idea frasi del tipo:
“Immaginavo, che l’avresti combinata anche questa volta!”
Oppure “Se il solito, non cambierai mai!”
Senza rendertene conto stai dando dell’idiota a tuo figlio e non stai affrontando il problema, in maniera matura, cosi come dovrebbe fare un buon genitore.
Non stai affrontando il problema, stai solo giudicando, andando a colpire l’autostima di tuo figlio.
Ciò che ti consiglio di fare è evitare tutto ciò, concentrandoti, invece, sul problema e cercando di capire cosa sta sotto al conflitto, con l’aiuto di tuo figlio, andando alla ricerca dei suo reali interessi.
Crea un clima favorevole
Per creare un clima che renda possibile la risoluzione del problema, devi necessariamente, fare un passo verso l’altra persona.
Questa è una tecnica necessaria e imprescindibile.
Devi creare un terreno neutro e cogliere l’occasione per ascoltare con rispetto le ragioni di tuo figlio.
Impara ad ascoltare
Ricordati che i negoziatori migliori sono quelli che ascoltano più di quanto parlano.
È importante perché ti offre una finestra sul modo di pensare di tuo figlio.
Offrire un ascolto pieno e rispettoso ci sembra una cosa facile ma, ti posso assicurare, che spesso non lo è.
Nella gestione dei conflitti con gli adolescenti, l’ascolto è importantissimo per diversi motivi.
In primis consente una evidente riduzione della possibile rabbia di tuo figlio. Vedrai che evitando di giudicare, di puntare il dito, la rabbia tenderà a diminuire drasticamente.
In secondo luogo, i ragazzi si sentono riconosciuti. Sentono di essere considerati come delle persone adulte, riconosciute nel loro ruolo di persone ormai consapevoli.
Tutto ciò non fa altro che preparare in modo corretto un terreno comune, sul quale confrontarsi e negoziare, nella risoluzione del problema.
Sono consapevole del fatto che alcune volte, soprattutto quando ti vengono fatte delle richieste, l’istinto può essere più forte di qualunque cosa.
Automaticamente ti viene voglia di stoppare tuo figlio mentre parla, per esprimere il tuo dissenso. Il problema è che se il nostro istinto ti suggerisce di pronunciare subito un bel NO, in un brevissimo lasso di tempo nostro figlio alzerà un muro alto quanto una casa.
Ciò che si deve fare, per evitare tutto ciò, è prima di tutto imparare ad ascoltare e ad esprimere il nostro dissenso, senza pronunciare una piccolissima ma potentissima parola: NO.
Se vuoi approfondire questo argomento, e imparare a dire un NO in modo Positivo, leggi l’articolo cliccando in questo link.
Fai domande chiarificatrici
Come ti ho già detto nei conflitti c’è sempre qualcosa di nascosto. Questo perché il conflitto, per sua natura, non può essere immediatamente chiaro, neanche quando può sembrare tale.
Devi pensare al conflitto come un iceberg.
Non perché l’iceberg sia freddo e duro, ma perché ha una parte, solitamente molto piccola, che emerge dall’acqua, e, risulta, dunque, visibile, e una parte, invece, molto più profonda, che rimane nascosta.
La tecnica delle domande , ti consentirà di individuare e portare in superficie questa parte dell’iceberg.
Le domande hanno, inoltre, la funzione di rendere possibile la comprensione delle ragioni dei ragazzi.
Esprimi il tuo punto di vista (senza giudicare)
Ovviamente ci sono modi e modi per esprimere il proprio punto di vista. Ciò che devi fare è esprimere ciò che pensi, ma senza giudicare l’interesse espresso da tuo figlio.
Fai comprendere a tuo figlio che il tuo interesse, di buon genitore, è per te importante e che assieme si potrà ricercare una soluzione che possa orientarsi verso un interesse condiviso.
Cerca di raggiungere una intesa che soddisfi i tuoi interessi e quelli di tuo figlio
Raggiungere un intesa non significa imporre i termini dell’accordo, ma significa negoziare per raggiungere l’obiettivo.
Ti suggerisco di mettere tuo figlio davanti a una scelta, in modo che possa prendere una decisione nel tuo interesse e suo interesse.
D’altronde è ormai una persona quasi adulta, e in tale modo deve essere trattata.
Come mettere in pratica le tecniche contenute in questa guida
Attraverso l’utilizzo di queste tecniche di base, potrai sicuramente vedere, come delle situazioni conflittuali o potenzialmente problematiche che ti trovi ad affrontare con tuo figlio, potranno essere superate.
Capisco che non è possibile diventare degli ottimi negoziatori da un giorno all’altro. E questo è normalissimo.
Non dovrai provare a mettere in pratica tutte le strategie in un unico momento.
Ti consiglio, invece, di fare dei piccoli passi, con costanza e perseveranza. Solo cosi riuscirai ad apprezzare e a rendere tue queste tecniche di negoziazione.
A questo punto ciò che ti resta da fare è sperimentare, applicare giorno dopo giorno, sperimentare e ancora applicare, fino a quando potrai dire, guardandoti indietro, di aver raggiunto un giusto equilibrio con tuo figlio.
Ti accorgerai che una volta fatte tue le tecniche di negoziazione, qualunque problema, con un po’ di pazienza, potrà trovare una equa soluzione.
Infine, cosa non da poco, facendo entrare le tecniche nella quotidianità della tua famiglia, ti consentirà di essere realmente un buon esempio per tuo figlio, il quale imparerà che i problemi si possono affrontare e che litigare fa bene se si sa come farlo!
Buona fortuna, super genitore!
A presto!
Corinne
Intenzioni e strategia ottimi ,l’unico problema è che è difficile ricondurre una situazione specifica ad un caso generico come inevitabilmente viene trattato nel testo, e il punto “domande chiarificatrici” porta i nodi al pettine perché personalmente trovo sia difficilissimo fare le domande giuste .
Comunque sarei interessata ad una consulenza personalizzata ,io vivo a Roma,e in attesa di notizie sulla possibilità di parlare con voi vi ringrazio
Emanuela Pizzi
Ciao Emanuela!!
Mi dispiace vedere solo ora il tuo commento.
Spero tu possa aver già risolto e che tu possa aver già superato il “periodo critico”!!!
In caso contrario, puoi scrivermi alla mia mail personale per qualsiasi delucidazione e/o informazione.
La mail è corinnei@hotmail.it
Puoi anche scrivermi su Facebook e Instagram.
Un abbraccio
Corinne
Ho un figlio di 20 anni, ultimamente da quando si è lasciato on lasua ragazzacon cui stava da 3 anni è intrattabile, irascibile tutto e di più, mai è stato così, tutte le volte che proviamo a parlare sica a finire a discutere e lui ci va con parole pesanti che a 1 mamma fanno molto male e non penso di meritare visto che ho dedicato anima e cuore x la famiglia, non sono la mamma che lui avrebbe voluto, tutto questo viene scatenato quando gli dico di bere pochi alcolici che fanno male alla salute, sono disperata
Ciao Barbara!!
Mi dispiace vedere solo ora il tuo commento!!
Spero tu possa aver risolto già le problematiche con tuo figlio.
In caso contrario scrivimi pure alla mia mail personale.
La mail è corinnei@hotmail.it
Grazie
Corinne
Ciao Corin,
Voglio ringraziarti non perché leggendo ho Trovato la soluzione ma per avermi fatto riflettere sui miei errori commessi fino ad un’ora fa.
Sono un “commerciale” quindi un buon negoziatore almeno così sembra. Nel lavoro funziona…. si ma nella famiglia non sono la stessa persona e grazie alla lettura di questo tuo articolo l’ho capito.
Il fatto è che con mia figlia il lato emotivo prende il sopravvento. Forse anche perché 2 mesi fa ho perso mia moglie e la responsabilità verso mia fila 14enne è aumentata a dismisura. Del tipo non posso sbagliare…. prima ci pensava mia moglie a gestire mia figlia …..io al lavoro e mia moglie a casa. Adesso le cose sono cambiate e le emozioni purtroppo prevalgono al ratio aumento.
Solo questo, grazie perché leggere questo articolo mi ha aperto a delle possibili soluzioni a cui non avevo pensato.
Grazie
Ciao Massimo!!!
Hai fatto un’analisi attenta e veritiera!!
E’ proprio cosi. Spesso si è bravi a “negoziare” in determinati ambiti, come il lavoro, ma a casa non è sempre facile.
Mi dispiace enormemente per la perdita di tua moglie. Ma son sicura che lei dall’alto ti stia guardando e sia veramente orgogliosa del gran lavoro che stai facendo con tua figlia. Certo, l’età adolescenziale è veramente dura!!! Se ripenso a me stessa a quell’età penso a quante volte ho fatto infuriare i miei genitori.
Mi ha fatto piace sapere che l’articolo ti sia servito per riflettere. E’ proprio questo lo scopo del blog.
Mi farebbe piacere se hai dei suggerimenti da darmi su temi da affrontare relativamente ai conflitti con i figli.
Te ne sarei grata.
Un abbraccio
Corinne